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La prima visita osteopatica 

Creare un percorso olistico per aiutare la persona a ritrovare il proprio BEN-ESSERE, in cui essa stessa diviene protagonista della propria salute, guardando il sintomo non solo come qualcosa da curare ma anche come un messaggio da interpretare. 

Nella prima visita osteopatica si affronta:

 

una diagnosi funzionale relativa ai problemi strutturali, ai deficit di mobilità e alle loro patologie annesse, con l’ausilio di test clinici di tipo semeiologici e di tipo osteopatico.

 

L’osteopata comincia la visita da un’intervista al paziente, raccogliendo le informazioni utili.

 

Da qui, si effetua un esame clinico con test che permettono di stabilire una diagnosi di esclusione, ricercando nel paziente le disfunzioni meccaniche, le restrizioni di mobilità, a livello della colonna vertebrale, delle articolazioni, delle ossa del cranio e la mancanza di motilità nei visceri, utilizzando dei test manuali molto precisi, alla ricerca della causa scatenante le disfunzioni che possono essere in un'altra parte della regione corporea indicata dal paziente. 

 

 

L'osteopata si sforza di ristabilire, sempre manualmente, la mobilità ridotta o persa, tramite lo svolgersi di correzioni mediante tecniche manuali tali da attivare i meccanismi di reazione neuro-muscolari, neuro-vascolari e neuro -endocrini.

 

Il trattamento osteopatico è volto a incoraggiare l’omeostasi del corpo e il suo naturale equilibrio.

 

Generalmente il protocollo di trattamento osteopatico si struttura in una seduta a settimana o ogni due settimane, per 3-5 volte.

Al termine del primo ciclo di trattamento si rivaluta il paziente o se necessario si opta per un secondo ciclo di trattamento. 

 

 

Il ciclo terapeutico viene vissuto come un percorso condotto insieme tra il paziente e l' osteopata dove la meta è il raggiungimento dello stato di benessere, quindi molto dipende dalla tipologia delle disfunzioni e dalle risposte che il corpo dà al paziente e al terapeuta.

 

 

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